mercoledì 15 maggio 2013

MAPPE CROMOSOMICHE


Un passo in avanti nello studio della localizzazione dei geni venne compiuto grazie agli esperimenti di Morgan aiutato da Muller. 


Quest'ultimo scoprì che l'esposizione ai raggi X aumentava notevolmente la velocità con cui avvenivano le mutazioni nel moscerino della frutta. 
Anche altre forme di radiazioni come la luce ultravioletta agivano da mutageni (cioè da agenti in grado di produrre mutazioni), e ne veniva prodotto un numero sempre più alto.


I geni che tendono a rimanere inseme perché sono sullo stesso cromosoma si dicono associati (o concatenati), in quanto appartengono allo stesso gruppo di associazione. A mano a mano che procedevano gli esperimenti di incroci con il moscerino della frutta, le mutazioni cominciarono a essere suddivise in quattro gruppi di associazioni in relazione alle quattro coppie di cromosomi visibili alle cellule; infatti in tutti gli organismi il numero dei gruppi di associazione e le coppie di cromosomi risulterà coincidere. Ciò fu un'ipotesi sostenuta da Sutton, secondo la quale i geni si trovano sui cromosomi. 


Morgan notò che prendendo in considerazione diverse coppie di caratteri associati la percentuale di individui combinati è diversa per ogni coppia di caratteri, ed egli giustificò questo fenomeno ipotizzando che il crossing-over si un evento casuale che può avvenire con la stessa probabilità in un punto qualsiasi, lungo tutta la lunghezza del cromosoma. Di conseguenza la frequenza della ricombinazione tra due geni dipende dalla loro distanza sul cromosoma; se i geni sono relativamente lontani vi è una maggiore probabilità che il crossing-over interessi il tratto di cromosoma che li separa e i gameti ricombinanti saranno di conseguenza frequenti, mentre se i geni sono più vicini è meno probabile che il crossing-over interessi il breve tratto di cromosoma che li separa e i gameti ricombinanti saranno rari.




Dalla frequenza di ricombinazione tra due o più geni diversi, misurata in esperimenti di incrocio, è possibile dedurre quindi la distanza che intercorre tra loro su ciascun cromosoma e costruire così delle mappe cromosomiche (o mappe genetiche).













Fonti- Libro di testo e questo sito

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